Il futuro non è biodegradabile.

La realtà delle vacanze 2025 (quella vera)
Hai postato il tramonto con l’hashtag #paradiso… ma la verità era questa:
- Ombrelloni vuoti ad agosto, perché una giornata al mare costa come una cena stellata (senza la stella Michelin).
- Fumatori in spiaggia: mozzicone piantato nella sabbia, souvenir tossico per i bambini che giocano a fare i castelli.
- Bottigliette di plastica ovunque, mentre la borraccia in metallo è diventata lo status symbol dell’estate.
- Aperitivo “bio & green”, servito però in bicchieri usa e getta con tre cannucce di carta, ciascuna avvolta nella sua plastica.
- Stabilimento che si vanta di essere “plastic free”, ma ti porta un’insalata da 15 € con tre bustine diverse per condirla.
- Cestini già traboccanti alle 11 del mattino: con un colpo di vento, metà del contenuto finisce in mare.
Giovani & nuovi modelli (non è moda, è coerenza)
I “fragili”? In realtà sono i più esigenti.
Portano la borraccia ovunque e non si vergognano a chiedere di ricaricarla anche al bar più chic. I gadget di plastica li rifiutano, e se glieli regali finiscono direttamente nel cestino.
Preferiscono second hand e noleggio: bici condivise, monopattini elettrici, vestiti vintage, piattaforme di scambio. Non hanno bisogno di possedere tutto, preferiscono usare meglio.
Cercano locali che accettano refill e bar che non ti rifilano tre cannucce “di troppo”. Se trovano contraddizioni — come l’aperitivo “green” servito in bicchieri usa e getta — non ci tornano più e lo scrivono anche online.
Scelgono brand che spiegano dove e come producono, non solo quelli che mettono un’etichetta “eco” sulla confezione. Vogliono storie vere, non slogan di marketing.
Sono disposti a pagare di più per un servizio coerente: dal bicchiere riutilizzabile in spiaggia, alla consegna senza imballaggi inutili, al negozio che offre riparazioni invece di spingere al nuovo acquisto.
Per loro non conta solo il prodotto: conta il valore che rappresenta.
Anche i tuoi soldi parlano
Il mondo non si ferma.
Le aziende che restano indietro perdono clienti e valore, quelle che innovano crescono e attraggono fiducia.
Vale anche per i tuoi soldi: se li tieni investiti nel “vecchio mondo”, è come finanziare un albergo decadente che nessuno frequenta più. Se invece li orienti su chi sta costruendo il nuovo, partecipi alla crescita.
Come si misura il cambiamento negli investimenti
Oggi questa differenza non è più solo una sensazione: si può misurare.
Lo strumento si chiama rating ESG – una vera e propria “pagella” che valuta le aziende su tre criteri:
E (Environment) come ambiente (energia, emissioni, rifiuti, risorse naturali).
S (Social) come società (lavoro, diritti, relazioni con le comunità).
G (Governance) come gestione aziendale (trasparente, etica, controlli).
Non significa cambiare ciò che si possiede già. Significa che oggi, accanto agli strumenti tradizionali, ci sono anche fondi che permettono di:
gestire meglio i rischi,
ridurre l’esposizione a pratiche poco sostenibili,
orientarsi verso settori in crescita come energie pulite, economia circolare, mobilità sostenibile e gestione delle acque.
👉 Non è una moda, ma una strategia.
Integrare fondi con rating ESG elevato non sostituisce il portafoglio: lo arricchisce e lo rende pronto ai cambiamenti futuri.
📌 Se conosci qualcuno che va in spiaggia con la borraccia “eco”… e poi prende il motorino per fare 300 metri, giragli questa newsletter. Forse capisce cos’è la coerenza.